mercoledì 24 febbraio 2016

Aiutaci a salvare i Paesaggi Terrazzati

Geocrolli consente a chiunque di segnalare ai comuni che aderiscono all'iniziativa fenomeni di degrado dei sistemi terrazzati al fine di prevenire l'avanzamento di frane e smottamenti che potrebbero comportare rischi per l'incolumità pubblica oltre che la perdita di un elemento identitario del paesaggio terrazzato.

Geocrolli consente di segnalare spanciamenti, ovvero deformazioni del muro causati dalla spinta del terreno; e crolli, la conseguenza finale di uno spanciamento.

Puoi scaricare l'applicazione direttamente da questo link


Le vostre segnalazioni oltre ad informare l'amministrazione comunale di situazioni di potenziale pericolo per la sicurezza pubblica consentono lo sviluppo della ricerca sulla stabilità dei versanti terrazzati e sulla distribuzione geografica delle aree terrazzate.

giovedì 26 febbraio 2015

L’esplosione del gotico 1195-1225

L’interesse per i costruttori verso gli archi rampanti, che furono intesi immediatamente come un formidabile strumento tecnico-strutturale, è testimoniato dal loro rapido diffondersi nell’ultimo decennio del XII secolo. Nelle costruzioni più importanti gli archi rampanti verranno replicati in batterie sovrapposte, si ergeranno possenti contrafforti verticali, scalettati e sormontati da tabernacoli e guglie. Ma altrettanto importanti sono le modifiche che ne risultano all’interno e sulla spazialità del vano della navata principale, infatti il perfezionamento di queste tecniche rende possibile accrescere l’altezza della navata centrale, senza ricorrere  alla realizzazione di tribune sulle navate minori; questa soluzione era già stata adottata da altri cantieri, ma in quei casi era dovuto alle ambizioni del progetto, solo nei grandi cantieri aperti alla metà degli anni novanta, Bourges e Chartres, dove le potenzialità di rinnovamento insite in questa rinuncia vengono impiegate ai fini di conseguire un nuovo effetto monumentale, questo risultato sarà raggiunto attraverso lo sviluppo di due diverse linee operative.


La cattedrale di Bourges


Il cantiere della cattedrale di Bourges si apre nel 1195 e dopo un’interruzione di alcuni anni nel 1255 era completata, rispettando l’originale progetto; la pianta ripete quella di Notre-Dame di Parigi, a cinque navate e coro a doppio ambulacro con cappelle radiali sporgenti, presentano entrambi una simile volumetria compatta, ma mentre a Parigi il transetto è allineato con le navatelle a Bourges manca del tutto, come nell’impianto originale della cattedrale di Sens (che rappresenta un altro possibile modello). Anche sotto altri aspetti la cattedrale sembra attardarsi su soluzioni conservative, come l’impiego in tutta la navata di volte esapartite, la volumetria gradonata che ricorda quella delle chiese con tribune, il trattamento delle superfici esterne con architetture continue, cieche o aperte.
L’assenza del transetto (che consente all’architetto di configurare le doppie navate laterali come due corpi gradonati addossati alla navata maggiore, che avvolgono l’abside senza soluzione di continuità) e la regolare successione degli archi rampanti, sono i mezzi utilizzati per realizzare un volume esterno unitario e compatto; questo risultato trova una corrispondenza esatta nel grande vano interno, unico e cavo, che costituisce la grande novità di Bourges.
L’abolizione delle gallerie ha consentito all’architetto di elevare arcate altissime (circa 20 metri), attraverso le quali la navata centrale si apre completamente a quelle laterali, con un effetto di ampliamento e di totale fusione dello spazio. La parete della navata maggiore presenta un alzato su tre piani (arcate, triforio e finestre); il coro va oltre le realizzazioni della fine del XII secolo nell’insistenza sull’impiego di elementi linearistici che contribuiscono allo stesso risultato, le sottili nervature non suddividono la superficie delle volte in campate, ma si limitano a disegnarvi una leggera trama grafica.

La cattedrale di Amiens

La costruzione della cattedrale di Amiens ebbe inizio nel 1220, promossa dal vescovo Evrard de Fouilloy ad opera del maestro di nome Robert de Luzarches; il progetto delle navate sviluppa il modello di Chartres, accentuandone ulteriormente l’altezza, l’architetto tornò al modello di pilastro chartriano, con il capitello delle arcate articolato a produrre una sorta di snodo figurativo, ma se la colonnetta anteriore interrotta solo da una modanatura corrispondente alla cornice dell’abaco, esalta la verticalità, una fascia continua, caratterizzata da un chiaroscuro naturalistico, corre sotto il triforio, dividendo idealmente l’alzato in due piani.
L’effetto è rafforzato dal trattamento della superficie superiore, dove le colonnine in controvena che articolano le aperture del cleristorio sono prolungate in basso fino a questa fascia fondendo finestre e triforio in un disegno unitario. I costruttori di Amiens rinnovano anche il disegno delle finestre, sostituendo due bifore alla coppia di monofore sottostanti la rosa, sicché in sintesi si forma una finestra quadripartita, le cui partizioni secondarie replicano lo schema principale.
Allo stesso maestro è stata attribuita la facciata molto sottile, il disegno dipende  evidentemente da quello di Parigi ed assume come principio compositivo la collocazione del rosone tangente internamente alla chiave della volta maggiore; tuttavia le proporzioni inusuali della navata portano il rosone ad una altezza troppo elevata e la straordinaria altezza delle arcate interne porta a mantenere la zona dei portali più bassa di queste, con la necessità di aggiungere due fasce orizzontali per raggiungere la zona del triforio.
Inizialmente il corpo longitudinale è composto da 3 navate, quella centrale più ampia, ma, una volta superato il transetto, anch’esso tripartito, il coro che ne segue è scandito in 5 settori che in corrispondenza dell’abside semicircolare deambulata, i 2 settori più esterni vengono rimpiazzati da cappelle radiali di cui quella centrale più sporgente.


L'esplosione del gotico in Inghilterra


Al momento della costruzione delle due grandi cattedrali  Riccardo Plantageneto Cuor di Leone re d’Inghilterra possedeva anche i territori del ducato d’Angiò, Normandia ed Aquitania, queste regioni possedevano dal punto di vista architettonico un’autonomia tale da elaborare la definizione di gotico plantageneto. La tendenza dei costruttori angioniani era quella di ricoprire le volte di una trama complessa di nervature incrociate, questo genere di ricerche trovò eco in Inghilterra, ma non sembra convincente dedurre l’esistenza di rapporti diretti tra i costruttori delle due aree; nell’isola l'articolazione delle volte con nervature supplementari e costoloni assiali di colmo trova ampia applicazione, ma si innesta sui caratteri originali ed autonomi dell’architettura inglese.


La cattedrale di Lincoln

La cattedrale di Lincoln (1092) venne rifatta a seguito di un devastante terremoto che lasciò solo in piedi la facciata occidentale; la nuova costruzione derivava direttamente da Canterbury, di cui ripete l’andamento dei transetti, l’alzato a tre piani e il tipo di volte esapartite, adottate nei bracci dei due transetti. Troviamo anche il motivo delle colonnette in controvena di marmo nero, impiegate con un tale studio che addirittura superano il modello; a queste caratteristiche se ne aggiungono altre assolutamente originali, infatti nel cosiddetto coro di Sant’Ugo il disegno delle volte ha un andamento asimmetrico, in quanto le nervature non si incontrano al centro di ogni campata, ma in due punti equidistanti dal centro; in questo modo le vele, a destra e sinistra dell’asse (sottolineato da un pesante costolone rettilineo) formano in proiezione due triangoli scaleni, mentre altri costoloni collegano i vertici di questi triangoli con lo spigolo più vicino del lato opposto, formano un’ulteriore serie di strette vele rettangolari. Si tratta comunque di un effetto del tutto decorativo, in quanto l’utilizzo di muri spessi e continui rende praticamente inutile la ripartizione delle spinte attraverso le nervature; forse la volontà era quella di adattare una volta esapartita ad una base rettangolare senza pile deboli; questa soluzione non ebbe seguito.
Un’altra soluzione insolita è quella presente nella zona inferiore delle navate laterali del coro di Sant’Ugo e nel transetto est, sotto le finestre appare una doppia serie di arcate a parete, sfalsate e disposte l’una di fronte all’altra, la serie anteriore su colonnine di marmo nero, ha archi trilobati, quella posteriore più bassa, con semplici archi acuti; questa soluzione accentua illusivamente l’effetto di profondità e rimanda al gusto tipicamente inglese delle pareti sdoppiate.
Dopo il 1220 un nuovo maestro costruisce la navata di Lincoln, variando le proporzioni delle volte ma con una sostanziale adesione al progetto originale; nella copertura elemento dominante è la robusta nervatura assiale, che corre ininterrotta e sulla quale si innestano ad intervalli regolati i costoloni diagonali ed i tiercerons, che inquadrano le aperture del cleristorio; si ha l’effetto di una copertura continua, che sottolinea l’unità dello spazio.


La cattedrale di Wells

Anche sul piano della parete la suddivisione in campate è appena accennata dalle esili colonnette che nascono sopra gli abachi delle arcate, ma questo risultato aveva trovato un’espressione assai più drastica nella navata della cattedrale di Wells (1180-1890), dove le colonnette iniziano solo all’altezza dei pennacchi del triforio e la continuità di quest’ultimo sottolinea lo sviluppo longitudinale del vano, in totale contrasto con i modelli del primo gotico francese (è questa la manifestazione più evidente di quello che viene definito orizzontalismo del gotico inglese). Rispetto a Wells la cattedrale di Lincoln presenta arcate più alte, ma le finestre del cleristorio rimangono piuttosto piccole e le volte si impostano ben al di sotto del loro davanzale, rendendo inutili gli archi rampanti, anche grazie alla conservazione del muro spesso.
La facciata di Lincoln è concepita come un grande schermo, che ingloba al centro la superstite struttura normanna, celando la continuità dietro la sviluppo orizzontale di replicate file di arcatelle; al di sopra del portale centrale fu innalzato un altissimo arco acuto, sormontato da una terminazione a timpano.
La caratteristica delle facciata della cattedrale di Wells è invece lo sviluppo in larghezza, infatti le torri laterali sporgono rispetto al filo delle navatelle; questo perché fu concepita per l’esposizione di un vasto programma scultorio.
La chiesa ha un impianto cruciforme che inizia con 3 navate separate da pilastri con semicolonne che sorreggono arcate a sesto acuto, triforio e vetrate poste sotto la copertura costolonata. Questo primo ambiente termina con un originale arco a sesto acuto fiancheggiato da 2 piccoli oculi da cui parte un’altra apertura più grande dell’arcata sottostante: una finta e originale parete che immette nel transetto (sul vano di crociera si erge una torre, più alta di quelle di facciata) anch’esso tripartito e di poco meno ampio del corpo longitudinale.


Cattedrale di Gloucester

Fu iniziata nel 1089 e fu terminata nel 1499. L’edificio ha un impianto longitudinale tripartito con navata centrale più ampia e alta che conduce ad un transetto dotato, sul lato lungo rivolto verso il tratto terminale della chiesa, di 2 cappelle semicircolari che fiancheggiano il coro (sotto c’è la cripta) a forma circolare prolungata circondato da un deambulatorio dove si affacciano 2 cappelle radiali ai lati di un vano rettangolare molto ampio a completamento della planimetria, nel quale è stata ricavata la Cappella della Madonna. Sopra il coro, nel punto del vano da crociera, si erge una torre quadrata coronata alle 4 estremità da torrette coperte da cuspidi.
Le navate sono separate da possenti pilastri a forma ovale sui quali partono arcate a tutto sesto, seguito da triforio, cleristorio con vetrate e volte costolonate: il vano non è particolarmente alto. La facciata presenta un portale centrale posto su una parete priva di decorazione, sopra la quale si erge un’enorme arcata a sesto acuto all’interno della quale sono state ricavate una serie di finestre di forma estremamente allungata.


Il gotico in Spagna


Nella penisola iberica la penetrazione delle forme gotiche avviene attraverso il fenomeno delle reconquistas militari e politiche da parte dei regni cristiani, che conosce una forte accelerazione dopo la vittoria di Las Navas (1212), ma il processo di aggiornamento degli schemi trova un freno nella persistenza della tradizione romanica, che fondendosi con le maestranze islamiche aveva creato una sintesi di elevata originalità; tramite principale per la diffusione dei primi elementi gotici fu l’azione dei cistercensi.


La cattedrale di Toledo


Nella cattedrale di Toledo il limitato sviluppo verticale e le proporzioni relativamente ampie delle campate, la pesantezza dei sostegni e l’abbondanza della decorazione modificano profondamente il risultato spaziale. Iniziato nel 1227 il coro della cattedrale di Toledo sembra essere opera di un architetto spagnolo che abbia perfezionato la conoscenza dell’architettura gotica nei cantieri francesi degli anni venti; la pianta ricorda Parigi, per la presenza del transetto e per i tre pilastri dell’ambulacro, ma le piccole cappelle radiali (alternativamente triangolari e rettangolari) e i pilastri
Internamente si scompone in 5 navate che conducono al coro semicircolare con doppio deambulatorio dopo aver superato un transetto non sporgente (è leggermente più ampio della navata centrale quindi va a definire un vano da crociera di forma un pochino allungata). Un’anomalia è caratterizzata dall’ampiezza delle navate più esterne che sono leggermente più ampie delle navatelle intermedie.
fasciati da otto colonnette sono elementi che fanno pensare a Bourges. L’alzato dell’ambulacro interno, con le finestre tonde ed il triforio uniti sotto una medesima arcata, e il triforio stesso formato da archetti polilobati, rivelano l’intervento di maestranze islamiche.

La cattedrale di Leon

Nel 1255 il vescovo di Leon, Martin Fernandez, promuove in questa città la costruzione di una nuova cattedrale; il disegno si ispira alla cattedrale di Reims, di cui ripropone fedelmente la pianta sino alla facciata ma riducendo la lunghezza del corpo longitudinale a cinque campate; in generale l’atteggiamento dell’architetto appare qui in ritardo di almeno quarant’anni rispetto ai modelli francesi dello stesso periodo. Ma è nella navata principale che si trovano le maggiori novità, già al piano delle arcate, dove i sostegni presentano nella faccia anteriore un fascio di tre colonnette, che si innalzano sino al livello delle volte; ma soprattutto la novità la si trova nel disegno delle triforio, con due strette aperture ai lati di una coppia di bifore, sicché il tratta di muro fra due pilastri risulta completamente forato.
Tuttavia non sono le forme della cattedrale di Leon ad imporsi come modello di riferimento per l’architettura spagnola dalla seconda metà del XIII secolo, ma le forme della cattedrale di Burgos.
La facciata, chiusa da 2 possenti torri di altezza e decorazione diversa, ha una galleria di bifore sormontata da un rosone e dalla cuspide. In basso 3 portali, uno differente dall’altro, sono separati da piccole arcate concentriche. Il lato destro della cattedrale rivela un insieme di contrafforti, archi rampanti e finestroni mentre quello sinistro affaccia su un chiostro quadrato porticato. La testata destra del transetto presenta un corpo centrale simile alla facciata e 3 portali, con statue nei piedritti del portale mediano. Superato il transetto si raggiunge all’abside con cappelle poligonali aggettanti. Il corpo longitudinale, come il transetto, è tripartito senza seguire il sistema obbligato e con navata centrale più ampia e alta, illuminata da grandi vetrate. Le navate sono coperte da volte a crociera costolonate.

La cattedrale di Barcellona

Un riflesso della concezione di Bourges è ancora presente nella cattedrale di Barcellona (iniziata nel 1298) dove però i contrasti dimensionali sono ulteriormente esaltati: il presbiterio riprende in pianta quello di Narbonne, portando a nove il numero delle cappelle poligonali; in alzato l’altezza straordinaria attribuita alle arcate comprime entro una stretta fascia, immediatamente sotto le volte, il piano del triforio e quello delle aperture, ridotte in forma di oculi; tutto il coro però risulta essere illuminato grazie alle enormi finestre aperte nel deambulatorio. Nella navata, più tarda e compita nel XV secolo, l’effetto è un po’ diverso perché nelle cappelle laterali, due per ogni arcata, fu sovrapposto un piano di tribune, con antistante loggiato, le cui volte raggiungono l’altezza delle navatelle, creando una suggestiva e graduata penombra.

Cattedrale di Santa Maria di Pamplona

L’edificio risale al VI secolo per poi essere ricostruito in stile romanico e successivamente ingrandita in stile gotico (in seguito ad un crollo) con l’aggiunta delle cappelle che fiancheggiano le navate laterali. La chiesa affaccia su un chiostro quadrato porticato dal quale poi si possono raggiungere i dormitori e il refettorio del monastero.
La facciata principale, completamente estranea al resto della chiesa, risale al 700 ed è in stile neoclassico. Fiancheggiata da due campanili, sul corpo centrale è appoggiato un pronao tetrastilo con timpani triangolare che viene ripetuto in cima al corpo centrale come coronamento della facciata. La parete esterna della cattedrale è scandita da contrafforti e archi rampanti poco sporgenti.
Internamente l’edificio presenta una planimetria originale; il corpo longitudinale è tripartito da pilastri con semicolonne addossate che reggono arcate a sesto acuto nel registro inferiore della parete della navata mediana, e i costoloni delle crociere di copertura dopo aver scandito il cleristorio con il triforio decorato con vetrate. Superato un transetto poco sporgente (i bracci hanno rosoni) si raggiunge un coro che internamente è circolare ma circondato da un deambulatorio poligonale sul quale di dispongono cappelle radiali di forma poligonale.

Il gotico radiante (1225-1275)

Le soluzioni sperimentate nel corso degli anni Venti, nel disegno delle finestre e nel triforio della navata maggiore della cattedrale di Amiens, annunciano già l’inizio del processo di rinnovamento al quale convenzionalmente si attribuisce la definizione di rayonnant, “gotico radiante”; il termine deriva dalle finestre tonde sulle facciate e sui transetti che in questo periodo sono caratterizzati dalla presenza di raggi che si irradiano dal centro. Di fatto le innovazioni che prendono piede in questo periodo non trasformano integralmente a struttura formale della chiesa (che continua ad applicare in pianta ed in alzato il modello chartriano), eppure molto cambia nel possente sistema strutturale di pilastri cilindrici che organizza la visione dello spazio interno a Chartres, Reims e anche Amiens. Tutto comincia a diventare più sottile, teso, leggero e lineare, senza spessore nel trattamento delle superfici e visivamente privo di peso.
In questo periodo prende anche forma la figura dell’architetto, con la sempre minore importanza delle maestranze e una sempre maggiore importanza del disegno in scala.


L'abbazia di Westminster

Dopo la perdita dei possedimenti continentali inglesi (1204) i costruttori d’oltremanica, che prima avevano favorevolmente accolto le forme gotiche, accentuarono l’autonomia dai modelli francesi, elementi già presenti nell’esperienza di Canterbury, poi via via chiaramente definiti a Wells e nel coro di Sant’Ugo a Lincoln. Ma soprattutto in Inghilterra non trova eco la concezione di spazio fortemente integrato, esteso in senso trasversale e longitudinale, che aveva avuto la sua espressione più convincente a Bourges; le cattedrali inglesi rimangono nei primi trenta o quaranta anni del XIII secolo costruzioni a sviluppo essenzialmente longitudinale, caratterizzate da una rigida ortogonalità dei volumi, costretti entra la continuità della superficie muraria, che di fatto prevale anche quando sono forate da aperture multiple.
Nell’isola le forme rayonnant appaiono inizialmente in un edificio di committenza sovrana, per il quale Enrico III impiegò una straordinaria quantità di denaro, ovvero la ricostruzione nel 1245 dell’abbazia di Westminster. Venne iniziata su un impianto di modello francese nella disposizione del coro (con ambulacro e cinque cappelle radiali), il triforio conserva le proporzioni di una galleria ed è illuminato dall’esterno, le finestre sono del tipo di Reims ed anche le volte sono realizzate alla francese senza ricorso alla tecnica del muro spesso. Il primo architetto Henry di Reynes rimase però fedele per altri aspetti alle tradizioni costruttive insulari: pilastri e colonnette in marmo scuro, forma appuntita e molto profilata degli archi acuti e lieve arretramento delle finestre superiori.
Le testate interne dei transetti, a quattro piani di arcate sovrapposte cieche e luminose, rimandano ancora a schemi tradizionali normanni, ma l’originalità del disegno del rosone nord derivava direttamente da quelli di Saint-Denis o di Parigi.
Tra il 1256 ed il 1280 si procede alla ricostruzione della zona absidale della cattedrale di Lincoln, realizzato al di la del transetto orientale, un nuovo coro di cinque campate a terminazione rettilinea. Le proporzioni e la copertura sono appena variate rispetto alla navata, ma la decorazione è molto più ricca, gli archi maggiormente profilati, le finestre alte si impreziosiscono i trafori. Lincoln però assume attraverso il cantiere londinese solo gli aspetti di superficie del linguaggio parigino e li innesta su un organismo tipicamente inglese.

Verso il tardogotico (York ed Ely)

L’area britanni assume a partire dalla fine del XIII secolo un ruolo dia avanguardia nei processi di elaborazione dei trafori e degli intrecci lineari, che per tale aspetto aprono a loro volta la strada agli sviluppi tardogotici.
Nell’isola la penetrazione delle tradizioni rayonnant si verificarono intorno alla metà del XIII secolo per iniziativa della corte e aveva presto trovato un limite nell’accettazione solo di alcuni elementi, i costruttori inglesi infatti rimanevano fedeli alle proprie formule tradizionali; le manifestazioni più evidenti di questa fedeltà possono essere indicate nella tipologia della pianta (sempre molto allungate, terminanti ad est con un muro rettilineo e dotate di transetti sporgenti e torre quadrata all’incrocio), nella preferenza a per proporzioni di altezza non eccessiva e quindi sviluppate in senso orizzontale, infine nella conservazione della tecnica costruttiva del muro spesso e nell’uso ridotto degli archi rampanti, in favore della ricerca di effetti unitari nel trattamento della superficie delle volte, delle quali viene complicato il disegno con l’aggiunta di nervature supplementari.
Del repertorio rayonnant e del suo rigore logico, gli architetti inglesi selezionarono esclusivamente il motivo delle grande finestra traforata; l’impiego di questo disegno ebbe conseguenze significative sulla generale organizzazione dell’edificio, infatti con l’adozione di grandi aperture il ritmo della navata assunse, nelle cattedrali inglesi, un significato nuovo e nello stesso tempo si operò per la prima volta una vera rottura della continuità muraria (senza rinunciare al forte spessore della parte, entro il quale la finestra sembra sprofondare).
Intorno al 1289-90 iniziarono ancora una volta costruzioni legate alla committenza di corte, furono perciò adattati nuovi tracciati geometrici bei trafori delle finestre, inspirati direttamente agli esempi francesi più aggiornati; le nuove forme trovarono immediate interpretazione lontano da Londra, come per esempio a York dove la sala capitolare ottagonale (1286) ripete lo schema di quella di Westminster ma ne dilata l’effetto di spaziosità con un lieve ampliamento del diametro, aumentando l’altezza e abolendo il sostegno centrale della volta, originale è anche il trattamento interno delle pareti in quanto le finestre sono scavate nello spessore del muro (che rende possibile l’apertura di un passaggio alla base) con un’ulteriore effetto di ampliamento. La zona basamentale è risolta con una serie di nicchie poligonali ai quali fa contrappunto l’opposta emergenza dei sovrastanti balconcini, il risultato è una superficie ondeggiata che rende indefinito il limite del vano.
Questo tipo di architettura piuttosto fantasiosa non ebbe seguito nel cantiere di York in quanto la ricostruzione della navata venne affidata ad un altro architetto in forme che rispecchiano la concezione più ortodossa del rayonnant.
Accanto a questo filone, negli stessi anni, si sviluppano ulteriori varianti nel disegno dei trafori segnando l’inizio di una nuova fase di ricerca, che viene definito curvilinear style, caratteristica di questo indirizzo è l’apparizione del modello lineare a curva e controcurva, cioè dell’arco a carena di nave, cui gli inglesi danno il nome di ogee arch.
Il senso di fluidità e continuità di questa nuova forma coinvolgerà presto l’intera struttura tridimensionale, dissolvendo in una visione fiabesca l’originaria solidità muraria della parete. nella cappella della Vergine della cattedrale di Ely (1321) il basamento è costituito da due serie di archeggiature, sviluppate su piani diversi e sfalsati, che danno luogo a delle specie di nicchie; gli archi della serie anteriore sono polilobati con la cuspide protesa in avanti e sormontata da un timpano scolpito con una trina, una ricca decorazione a foglie ricopre praticamente ogni elemento strutturale.
Negli ultimi secoli dell’età medioevale sono comunque riconoscibili, in generale, due diverse linee di ricerca, da un lato quelle architetture che, pur con importanti sviluppi e distinzioni, restano legate alla matrice gotica, dall’altro lato quella tesa alla scoperta o alla reinterpretazione di temi e linguaggi capaci di esprimere specifiche identità nazionali.





domenica 14 dicembre 2014

Il Pre-gotico

La trasformazione della chiesa romanica nella chiesa gotica comporta un lungo e composito processo di graduale conversione dell’organismo statico-costruttivo, un processo che prende inizio nel terzo decennio del XII secolo e giunge a compimento nel nono decennio successivo. Si tratta di uno sviluppo in cui l’intera massa muraria della chiesa romanica, composta da una grande struttura continua, dotata di forti spessori e dimensioni, posta a creare un sistema statico spingente verso l’esterno, si trasforma attraverso vari fasi e successive modifiche in un organismo diverso, realizzando la propria stabilità attraverso un criterio opposto a quello adottato in origine.
Il nuovo principio risulta quello di definire e specificare con sufficiente esattezza le forze agenti entro il sistema, individuando la direzione e l’entità delle sollecitazioni portate alle singole strutture, ciò allo scopo di sistemare l’ossatura resistente nei nodi vitali della costruzione, convogliando le forze lungo predeterminati percorsi.
In tal modo la trasformazione della chiesa romanica in quella gotica si profila come la graduale sostituzione di un sistema statico non sufficientemente definito (perché resistente per massa materica, spessore e peso), con un organismo che si libera delle parti superflue e tende a conformarsi come la raffigurazione muraria del sistema statico adottato: una trasformazione da blocco murario a sistema scheletrico.
L’impulso che durante il XII secolo spinge gli architetti dell’Ile de France a realizzare gradualmente questa radicale trasformazione sorge da una spontanea potenzialità creativa insita nella stessa azione del costruire.
La specificità figurativa perseguita dai gotici  presenta una scelta graduata nel tempo, secondo specifiche direzioni; considerando che la vera figurazione della chiesa gotica è l’interno (essendo gli esterni il retroscena di quell’immagine) la prima scelta che risulta compiuta è quella riguardante la forma conferita al vano della navata, prevista e realizzata come un corpo altissimo (con un rapporto di larghezza ed altezza da 1:2 a 1:3,5), una tendenza ereditata da alcune importanti correnti architettoniche romaniche (espresse nelle chiese di pellegrinaggio) e nelle grandi costruzioni ottoniane.
Questa preferenza formale necessita chiaramente di una partitura in verticale che si manifesti come geometrica partitura dello spazio, vengono quindi inseriti pilastri a tutta altezza e le arcate a costituire l’ossatura dell’edificio.

Il coro di Saint-Denis

Il monumento che segna l’inizio del sistema strutturale gotico è l’abbazia di Saint-Denis, riedificata dall’abate Suger nel corpo frontale di facciata e nel nuovo coro, consacrato nel 1144, conformato come un doppio deambulatorio.

E’ proprio questo coro (poi rifatto nel XIII secolo) a rappresentare il primo esempio di grande impianto caratterizzato dalla concentrazione dei pesi e delle spinte sopra una serie di sostegni isolati (e relativamente esili), allo scopo di realizzare uno spazio libero e comodo per l’afflusso dei fedeli; inoltre viene qui per la prima volta testimoniata la scelta di un nuovo tipo di copertura, ovvero la volta a crociera costolonata e rialzata, conformata a sesto acuto.
Negli anni successivi alla realizzazione di questo coro prende gradualmente inizio la formazione del sistema scheletro, nel nuovo assetto dell’edificio chiesastico la conformazione delle volte è diretta a realizzare la concentrazione delle spinte nelle ristrette zone d’imposta, situate sulle pareti, contro le quali si ergono gli archi rampanti, che a loro volta scaricano le sollecitazioni sopra i contrafforti rastremati. Si tratta quindi di un sistema che riprende il tema statico strutturale della chiesa romanica, ma lo risolve in una maniera differente.
Le navate sono 3, voltate a crociera, quella centrale più ampia e più alta, e sul lato nord si aggancia una fila di cappelle. L’edificio è preceduto da un nartece con rosone a richiamo dei Westwerk carolingi: 3 portali e una torre sul fianco meridionale. Il complesso comprende archi a sesto acuto, rampanti, volte costolonate, cappelle radiali, deambulatori, cleristorio con enormi vetrate, ecc., era la prima volta che questi elementi comparivano tutti insieme in un progetto.

La cattedrale di Sens

Contemporaneamente al coro di Saint-Denis è quello della cattedrale di Sens (1150 circa) il quale, pur mostrando nei pilastri angolari una robusta membratura di carattere romanico, rivela apertamente forma ormai gotiche nella risoluzione della volta esapartita, la scelta di questo tipo di copertura su pianta quadrata, con la conseguente accentuata diversità fra i pilastri estremi e binato di colonne intermedio, genera una campata doppia, che si definisce come motivo architettonico complesso, accentrato e chiuso in se stesso, motivo che, adottato come modulo, si ripete lungo tutta la navata.
L’architetto, Guglielmo di Sens, nel 1135, ricorre a un volume semplice tripartito e continuo se si esclude la leggera sporgenza del transetto. La facciata principale, quella ovest, richiama quella di Saint-Denis, un nartece con 3 ingressi.
Tutto il perimetro dell’edificio è scandito da contrafforti e da un primo tentativo di impiego di archi rampanti per sostenere le sottili pareti della chiesa.
La navata centrale è scandita dall’alternarsi di pilastri forti e deboli, questi ultimi composti da semplici colonne binate; come nell’età romanica la parete è scandita su 3 livelli, quello più basso è movimentato da archi a sesto acuto, quello intermedio è occupato dal triforio mentre quello più alto, il cleristorio, da ampie vetrate sotto le volte costolonate della copertura. La parete del transetto è scandita da solo 2 ordini, manca il triforio allo scopo di ingrandire le vetrate. Il lato lungo del transetto, in direzione del coro deambulato che termina con un’abside centrale sporgente, presenta 2 absidi che fiancheggiano il corpo longitudinale.


La cattedrale di Laon

Ma la vera innovazione architettonica e compositiva appare nella cattedrale di Laon, costruita fra il 1160 ed il 1204, con torre lanterna, quattro torri, coro rettangolare e la facciata che diventerà prototipo di fronti altogotiche. La scelta compiuta a Laon è quella di realizzare un’immagine dell’interno omogenea e fortemente segnata, riducendo l’ampiezza delle campate, marcando in modo decisivo le linee verticali ed articolando tutto l’insieme, per ottenere una lunga fuga prospettica lungo la navata, svolta secondo un ritmo scandito e serrato. La prevalenza di questa soluzione è così marcata che la forma esapartita delle volte e la differenza fra i fasci di colonnini non riescono ad incidere sugli effetti d’insieme.
Un corpo longitudinale tripartito con navata centrale molto più ampia e alta che conduce verso un transetto ampio è tripartito esattamente come il corpo ed esso perpendicolare; all’edificio è possibile accedere anche dai due bracci dei transetti dotati anch’essi, come la facciata principale di due torri e di un nartece a quattro campate. Le pareti della navata mediana sono scandite su quattro livelli: arcate a tutto sesto, forum, triforio e ampie finestre. Il coro a terminazione dell’edificio, inizialmente a tre navate, è stato ingrandito a dieci, di conseguenza il transetto interseca il corpo longitudinale quasi al centro.

La cattedrale di Notre-Dame a Parigi

L’ultima opera pregotica è la cattedrale di Parigi, Notre Dame, iniziata nel 1163 e modificata più volte, all’interno riprende la soluzione esemplificata che abbiamo visto a Laon: volte esapartite, grosse colonne assimilate a pilastri, tre piani compresa la galleria. In questa grande chiesa a cinque navate, la partitura non ha ricevuto ancora la sua forma matura, la quale compare quando, resa finalmente inutile la presenza delle gallerie, la composizione della parete risulta composta solamente da due piani (arcate e finestre-luci) e da un basso e minore triforio intermedio, è la soluzione che risulta essere adottata per la prima volta nella cattedrale di Chartres.
Il corpo longitudinale è diviso in cinque navate, scandite da dieci campate, fiancheggiate da cappelle che girano tutto il perimetro (ad eccezione della facciata e del transetto); superato il transetto, ampio quanto la navata mediana, non sporgente, segue un coro a cinque navate con cinque campate che portano all’abside semicircolare, doppiamente deambulata e divisa in cinque settori dove sono collocate cappelle radiali. Le navate sono separate da pilastri con semicolonne che reggono crociere costollonate poste sotto una serie di arcate rampanti e contrafforti (poggiano sulle pareti del cleristorio illuminato da vetrate) che reggono le pareti della navata centrale a tre livelli (arcate a sesto acuto, triforio e cleristorio).


La cattedrale di Canterbury

Nel 1174 la cattedrale di Canterbury venne colpita da un incendio e per questo si decise di ricostruirla nelle sue parti danneggiate, tra i vari  maestri costruttori che accorsero si impose Guglielmo di Sens, quale propose il rifacimento, in forme rinnovate, del coro. Gervaso (un monaco del tempo) osserva come i sostegni del nuovo coro (pilastri e colonne) non differiscano in pianta da quelli antichi, ma sono molto più alti (come sono tutte le proporzioni dell’edificio); inoltre con volte a crociera costolonate si presenta come il modulo determinante la spazialità dell’intero edificio, in modo tale che è ridotta l’autonomia di ogni singola parte nella ricerca di una maggiore fusione spaziale, è quanto, con linguaggio attuale, viene definito il superamento della concezione compositiva romanica per sommatoria di entità spaziali autonome e la tendenziale unità dello spazio gotico, si assiste alla dissoluzione del muro in quanto tale e alla riduzione del confine spaziale per arrivare ad un sistema diafano. Da questo deriva il discorso riguardate la luce, l’interno della chiesa gotica è infatti ben diverso dalla profonda oscurità che domina negli edifici romanici, anche se l’incremento di luminosità (dovuto allo svuotamento delle pareti) rimane relativo (almeno nella prima metà del XIII secolo) e comunque non rappresenta lo scopo dei costruttori. Infatti la luce gotica è più che altro una luce colore, che non sembra filtrare dalle finestre ma direttamente emanate da esse, una luce non naturale che si integra con la struttura dello spazio, condizionandola e trasfigurandola con la sua continua mutevolezza nel corso del giorno e dell’anno.
L’edificio ha una pianta un po’ “movimentata”: si inizia con un corpo longitudinale tripartito (voltato a crociera costollonate) da pilastri cruciformi che porta ha un primo transetto, superato il quale sorge il coro seguito dal presbiterio, quest’ultimo collocato nel mezzo di un secondo transetto di poco più grande con, su ogni braccio, 2 cappelle semicircolari che fiancheggiano l’ultimo tratto dell’edificio composto da un ambiente semicircolare di forma allungata (sul quale si aggancia un ultimo vano circolare) contenente tombe e la Cappella della Trinità. Sulla navata di sinistra affaccia un chiostro dal quale è possibile accedere agli ambienti monastici (è possibile raggiungerli anche da passaggi ricavati dai bracci sinistri dei transetti). La facciata principale è fiancheggiata da 2 torri, dalle quali partono contrafforti che circondano tutto il perimetro dell’edificio e dividono a gruppi di 4 le finestre che illuminano le navate laterali scandite su 3 registri sovrapposti e coronati, all’esterno da un’arcata a sesto acuto; una terza torre, più alta, si erge sul vano da crociera ottenuto con l’intersezione dei primo transetto.




giovedì 6 novembre 2014

Cattedrale di Saint Albans

La chiesa ha la navata più lunga d’Inghilterra (84 metri), caratteristico di quest’edificio è l’uso di archi a sesto acuto in sostituzione a quelli a tutto sesto di comune impiego.
 La facciata presenta 3 portali di accesso, che anticipano la ripartizione interna, collocati dentro archi concentrici posti una sorta di tetti molto acuti. Contrafforti, un rosone centrale e archetti pensili movimentano la facciata e nascondono la copertura delle navate laterali (più basse di quella mediana). La facciata è inquadrata da 2 esili torri circolari scalarie che nascondono, ad una prima visione frontale del complesso, i possenti contrafforti esterni che reggono le pareti delle navate laterali.
Internamente il corpo longitudinale, di forma allungata, è tripartito da possenti pilastri con semicolonne addossate sopra le quali partono arcate concentriche e costoloni delle coperture a crociera delle navate laterali mentre quella centrale presenta una copertura piana lignea. Le pareti della navata centrale si sviluppano in altezza e sono articolate su 3 registri: arcate, triforio e cleristorio. Il corpo longitudinale porta al coro prima di raggiungere il punto d’intersezione con il transetto (molto sottile) sopra il quale si erge una torre quadrata; infine si arriva al presbiterio e, in fondo ad est, si apre un piccolo vano rettangolare dove è stata ricavata la Cappella della Madonna.

Cattedrale di Ely

Costruita sotto Guglielmo I nel 1083 dall’abate Simeone all’interno di un ambiente monastico del X secolo sorto probabilmente sui resti di una costruzione religiosa precedente, ha una pianta cruciforme con un ulteriore transetto nella parte occidentale parallelo al corpo longitudinale (è la Cappella della Madonna realizzata in stile gotico). Il nartece è massiccio, scandito da 3 campate quadrate e più largo del corpo longitudinale, presenta una torre scalaria centrale a base quadrata  fiancheggiata da 4 rotonde laterali di cui, però, le 2 a sinistra non più esistenti. Il corpo longitudinale, come il transetto, sono tripartiti da pilastri con semicolonne e, nel loro punto d’intersezione, si erge una torre posta sotto una cupola ad ombrello. Superato il transetto, la parete del corpo longitudinale risulta movimentata da robusti contrafforti. Come la cattedrale di St. Albans, l’edificio è decorato con arcate a sesto acuto che si sviluppano su 3 registri sovrapposti.

Cattedrale di Durham

L’edificio fu  fondato nel 1093, l’edificio ha dimensioni imponenti con un corpo longitudinale di notevole lunghezza: è tripartito da colonne e pilastri su sui sono addossate  semicolonne. Tali sostegni sorreggono gli archi rampanti e le volte a costoloni che hanno consentito di coprire un edificio di pianta così complessa. Le colonne reggono arcate a tutto sesto che separano le navate e i costoloni delle navate laterali che risultano più bassi; i pilastri raggiungono il cleristorio della navata mediana movimentato dal triforio."
Il corpo principale è interrotto da 2 transetti, uno centrale con copertura retta da una fila di sostegni disposti in maniera non centrale nel vano, e uno più piccolo collocata nel tratto terminale dell’edificio. Gli spigoli dei transetti sono dotati di torri circolari mentre sopra il punto d’intersezione con il transetto centrale (segnato dai 4 pilastri più articolati del complesso) si eleva una torre quadrata più grande e più alte di tutte quelle appartenenti al complesso.

Cattedrale di Norwich

Questa chiesa fu iniziata nel 1096 sul sito di due precedenti chiese e conclusa nell’arco di 50 anni. Nei secoli successivi subirà alcune modifiche e restauri. L’edificio ha una pianta cruciforme con corpo longitudinale molto lungo ed un transetto sporgente ma più sottile.
La facciata ha 3 ingressi che anticipano la disposizione interna delle navate; viene rispettato il sistema obbligato, scandito da pilastri sui quali partono le arcate che scandiscono i 2 ordini sovrapposti e sui quali sono appoggiate semicolonne che raggiungono la copertura a vela riccamente decorata. L’edificio ha un notevole sviluppo in altezza che raggiunge il suo punto più alto con la torre quadrata che si erge sopra il vano da crociera e che è coronato da un tetto piramidale di forma allungata. Superato il transetto, il corpo longitudinale avanza fino al coro semicircolare con deambulatorio sul quale di affacciano 3 ambienti di forma originale disposti in maniera radiale.

Il romanico in Spagna

In Catalogna l’arte romanica si manifestò con alcune caratteristiche e si prolungò per tutto il XII secolo. Furono molto diffusi gli edifici religiosi di piccole dimensioni con una struttura abbastanza fissa: unica navata “a sala”, tetto a spioventi sorretti da volte a botte, triplice abside, pareti costruite con piccoli conci e scandite all’esterno da lesene e arcate cieche. Spesso un campanile è affiancato alle absidi e può presentare base quadrata o poligonale, con aperture crescenti nei piani più alti.

Cattedrale di Avila

L’edificio è progettato come una cattedrale-fortezza con passaggi per le sentinelle, merli e dove l’abside è una delle torri della cinta muraria della città. La chiesa fu iniziata nel 1099 ed è dedicata al Cristo Salvatore, per conto di Alfonso VI di León. Cominciò a essere costruita in stile romanico ma, più tardi, il maestro Fruchel si incaricò del progetto e costruì una delle prime cattedrali gotiche della Castiglia. Ha 2 facciate: quella principale (il portale è collocato sotto archi a sesto acuto concentrici), fiancheggiata da 2 torri, una delle quali incompiuta, che le conferiscono un aspetto di chiesa-fortezza, e quella laterale. La pianta è a croce latina all’interno, i visitatori possono vedere il passaggio dal romanico al gotico: le parti romaniche sono fatte di pietra rossa e rosa mentre le parti gotiche sono state costruite con pura pietra bianca, le proporzioni sono esattamente le stesse. Il corpo longitudinale è tripartito da pilastri sui quali sono addossate semicolonne dalle quali partono le arcate a sesto acuto che consentono di accedere alle navate laterali, e i costoloni delle volte a crociera della copertura. Le navate sono scandite da campate quadrangolari di ugual ampiezza, richiamando le Hallenkirchen  tedesche in quanto la navata mediana non è più ampia di quelle laterali, ma si sviluppa maggiormente in altezza con cleristorio dotato di ampie vetrate.

Chiesa di San Martino di Tours a Fromista

Il corpo longitudinale, tripartito da pilastri cruciformi, è dotato di transetto non sporgente ma alto quanto la navata mediana, di poco più sviluppata in altezza di quelle alterali; le 3 navate (quella centrale più larga) sono coperte a botte e conducono a 3 absidi. La facciata principale è fiancheggiata da 2 torri cilindriche; su ogni prospetto, nessuno dei quali particolarmente decorato, si apre un ingresso (tranne quello relativo alle absidi).

Basilica di Sant’Isidoro di Leon

L’edificio fu ricostruito poco dopo tramite la forte influenza di Sancha, figlia di Alfonso V e badessa del monastero. Insieme al marito, Fernando I, erano sovrani di Leon dal 1037. La chiesa era in stile preromanico asturiano di modeste dimensioni e, successivamente, fu ricostruita in stile romanico, con 3 navate (quella centrale coperta a botte) e abside tripla, fu consacrata nel 1063. Quando passò allo stile gotico, una delle absidi fu soppressa. Ai piedi dell’edificio fu collocato un mausoleo  reale, il Pantheon dei Re: vano quadrato basso e voltato, scandito da colonne che reggono costoloni. L’edificio ha pianta a croce latina con corpo longitudinale tripartito da pilastri cruciformi.
Dell’esterno è visibile solo la facciata sud della chiesa perché è circondata da altre costruzioni. Tale prospetto presenta 2 porte: la porta del Cordero preceduta da colonne e pilastri reggenti archi concentrici, che si apre direttamente sulla navata, e la porta del Perdono, con decorazione simile ma più povera, che si apre sul transetto.