mercoledì 19 febbraio 2014
Architettura Dopo Costantino a Costantinopoli
Sant’ Irene
Iniziata nel 532, forse, sul sito della prima cattedrale di Bisanzio, che era andata distrutta senza lasciare tracce in un incendio nei giorni della rivolta di Nika, la nuova chiesa fu rifatta completamente dopo un terremoto nel 740
Si tratta di una architettura interamente ricostruita da Giustiniano, per questo elemento fondamentale è la cupola, abside sporgente e due navate piccole; del quadriportico non rimane niente ma c’è ancora il nartece.
La chiesa si presenta come basilica a cupola con gallerie: la navata composta da due campate principali, la prima suddivisa in due parti disuguali coperte con volta a botte, la seconda quadrata e sormontata da una cupola; un ante coro coperto con volta a botte e un'abside chiusa all'esterno nei tre lati di un poligono; navate laterali, coperte a volta, terminanti in vani laterali, sono sormontate oggi da matronei coperti a volta come erano nell'edificio originario. Mentre tutto questo è costruito con grossi blocchi di calcare, le parti occidentali della chiesa sono costruite solo in mattoni: un nartece a due piani, coperti a volta; un atrio circondato da quattro portici, quelli del pianterreno con volte a botte; nonostante le differenze nel materiale, navata mediana, nartece e atrio sono ora assegna- ti a un'unica fase edificatoria, quella del 532.
Lo spazio interno è uno spazio tende ad essere centrale ma non riesce ancora ad esprimere questa forza, l’andamento è longitudinale (come quello di una basilica cristiana), compaiono le gallerie (che si affacciano sullo spazio interno) e proprio per la presenza della aperture delle gallerie sui due lati, assume una forma ancora longitudinale; l’esterno si caratterizza dall’abside sporgente e dall’alto tamburo.
Arriviamo alla costruzione di una chiesa che molti storici considerano il presupposto più importante a Santa Sofia, si tratta della chiesa dei Santi Sergio e Bacco (527-532). Si tratta di una chiesa costruita da Giustiniano, si trova nell’area del grande palazzo ed è una chiesa di carattere privato; presenta una caratteristica molto particolare, all’interno di un quadrato è inserito un ottagono. Con questa chiesa ci troviamo di fronte ad un nuovo tipo, ovvero quello a doppio angolato, cioè non ci sono più le navate laterali e tutto lo spazio si concentra in uno spazio centrale e quindi la cupola diventa elemento
fondamentale e caratterizzante tutta l’architettura, su quattro absidi ortogonali sono inseriti gli absidi e l’abside si trova di fronte ad un nartece senza il portico. Abbiamo detto che si tratta di una chiesa privata, anche se considerando le dimensioni non si direbbe, infatti la chiesa è di 42 metri ed introduce un nuovo tipo di cupola ovvero quella che viene chiamata ad ombrello. Ora per costruire una cupola serve una base circolare, in questo caso la soluzione è relativamente semplice, perché un ottagono è vicino ad una base circolare della cupola; troviamo infatti otto pilastri e quindi si risolve attraverso l’inserimento di otto spicchi concavi (in corrispondenza degli spigoli) e otto spigoli assiali piatti (dove sono aperte le otto finestre nella curvatura della struttura), a due piani, gli absidi trifori cercano di alleggerire la struttura (considerando che molte strutture sono in marmo).
la funzione delle esedre è fondamentale, perché dal punto di vista del rito ortodosso lo spazio che si affaccia su quello centrale ma al primo piano (quindi la galleria) ha una funzione imperiale, cioè l’imperatore assiste alle celebrazioni da questo spazio. Anche qui troviamo l’uso dei capitelli a cesto, in particolare cesto polilobato. La pianta ottagonale a prima vista sembra differire dalla pianta composita di Santa Sofia (fig.63); tuttavia la differenza è solo apparente, e in Santa Sofia sono presenti tutti gli elementi di un ottagono a doppio involucro: la cupola centrale, le nicchie che protrudono, le navatelle e le gallerie tutt'intorno. Ma queste componenti sono state, per così dire, smontate e ricomposte per il lungo, per la semplice ragione che le dimensioni volute per la grande chiesa di Giustiniano rendevano impossibile l'attuazione radiale di una pianta ottagonale. L'ottagono dei Santi Sergio e Bacco e la pianta di Santa Sofia appartengono alla stessa famiglia, sono inoltre quasi contemporanee.
Infine arriviamo a Santa Sofia, si tratta di una architettura massiccia con una crescita piramidale; nella architettura greca non è importante lo spazio interno ma solo quello esterno, in quella romana fondamentale è lo spazio interno come quello esterno, quella bizantina invece punta sulle soluzioni architettoniche e strutturali dell’elemento cupola ed il suo inserimento, che in questo caso avviene con l’inserimento di una serie di strutture esterne che portano alla formazione di una struttura piramidale.
Il sito della chiesa è molto importante, infatti si trovava dove erano prima costruiti i complessi palazziali, quindi per chi arrivava dal mare veniva questa enorme struttura, che viene realizzata durante l’impero di Giustiniano, il quale arriva a progettare questo edificio tramite un piano di cristianizzazione dello spazio urbano che tenta di concentrare in questa chiesa tutti gli esempi precedenti; gli architetti, Antemio di Tralle ed Isidoro di Mileto il Vecchio, (anche se in questo caso gli potremmo definire scienziati) devono risolvere un problema fondamentale, ovvero la sovrapposizione di una struttura che ha dei caratteri pregressi (ovvero il fatto di avere cinque navate) con una cupola, combinare l’impianto basilicale con la pianta centrale.
Questo problema era accentuato dalle dimensioni enormi, si tratta di una rettangolo di 80,90 per 69,70 metri e di una altezza di 55.60 metri, diametro della cupola di 33 metri (una architettura così grandiosa non si era mai vista a Costantinopoli) e le navate laterali hanno una dimensione di 15 metri. Inizialmente c’era un quadriportico che adesso non esiste più, ma che in origine presentava una fontana; si arrivava poi all’esonartece e all’endonartece, infine la sala principale con la sua enorme cupola.
Il problema fondamentale era costruire una cupola su quattro pilastri, esistevano tre possibili soluzioni che partivano tutte dall’individuazione di quattro grandi archi partono dai quattro grandi pilastri; la prima soluzione è quella di una volta a crociera, ma questo non è possibile perché le dimensioni della cupola sono estreme.
Come abbiamo detto il problema era porre una cupola sopra un cubo, il mondo romano aveva già trovato una soluzione (anche se in architetture di piccole dimensioni) che si basa sull’utilizzo dei pennacchi (lo spazio delle arcate di base veniva riempito in maniera obliqua collegando un arco all’altro, formano una base circolare); anche l’architettura orientale ed in particolare quella persiana, aveva trovato una soluzione per il passaggio dal quadrato alla base circolare, ovvero l’uso delle trombe (delle strutture agli angoli, tra cui vengono inserite delle murature che permettono la realizzazione di un cerchio di base su cui viene appoggiata la cupola).
Gli architetti di Santa Sofia prendono gli esempi persiani e il concetto del pennacchio dall’architettura greco-romana.
Tuttavia resta il problema di risolvere le spinte sia nel senso longitudinale che nel senso trasversale, in un primo momento per risolvere questo problema su due lati opposti vengono inserite due enormi semicupole, che tendono a contenere le forze di spinta laterali. Ma dopo un terremoto, dopo circa ottanta anni, la cupola crolla perché avevano risolto il problema delle spinte laterali solo in senso longitudinale. Per questo viene chiamano Isidoro di Mileto il Giovane (nipote di quello di prima), analizzando la struttura nota che ci sono due problemi, innanzitutto la cupola era molto ribassata, Isidoro alza di sette metri la cupola, sui due lati liberi fa costruire enormi contrafforti e nelle due semicupole si costruiscono altre due esedre per lato. All’interno si inseriscono i pennacchi, che dall’esterno non si vedono, sono pennacchi enormi danno un senso dello spazio molto unitario; al di sopra delle gallerie viene costruito un grande arco; le due semicupole danno un senso di longitudinalità all’impianto, però allo stesso tempo viene accentuato maggiormente lo spazio centrale attraverso l’inserimento delle gallerie che sono aperte verso lo spazio centrale e al di sopra delle arcate della galleria troviamo queste enormi strutture ad arco che viene chiamato timpano. Naturalmente la cupola è formata da molti materiali, che comunque hanno un peso enorme, che viene scaricato attraverso l’utilizzo di quaranta finestre che sono definite dalla presenza di quaranta nervature; le due esedre scaricano ulteriormente il peso della cupola verso il basso.
Analizziamo adesso le diverse fasi della costruzione, si parte da quattro enormi pilastri più quattro contrafforti sul lato trasversale, mentre sul lato longitudinale l’abside e quattro esedre trifori; i quattro pilastri più i contrafforti creano il passaggio per la galleria. Si impostano poi i quattro archi e le due semicupole e le quattro esedre, su questa struttura viene poggiata la cupola. Ora questa struttura ha bisogno di una secondaria dal punto di vista statico con il timpano, che crea una struttura unitaria.
Uno studio ha dimostrato come si può partire da un concetto semplice come la misura del quadrato di base, la quale viene riprodotta per definire la dimensione del timpano.
Le diverse concezioni che stanno alla base della definizione dello spazio interno, innanzitutto la luce, che in un ambiente così grande deve anche riflettere la complessità dello spazio interno; per la luce sono due gli elementi che giocano un ruolo fondamentale nella definizione dello spazio, ovvero il colore e le superfici. Il colore in questo caso ha diversi compiti, mentre verso la cupola e l’abside assume la funzione di riflettere la luce, a livello della galleria e dei piani più bassi sono i marmi con diversi colori a dare un senso di uno spazio stabile; tutto questo da quel senso allo spazio della cupola, che viene definita da una fonte come una cupola appesa al cielo.
Ora la tecnica del traforo copre in questo caso anche archi e intere superfici, creando una architettura festosa e dinamica; per questo viene molto usato il mosaico, che aumenta l’effetto della luce, mentre tutti i pavimenti sono coperti da marmo, per esempio dove c’era bisogno di più luce venivano usati marmi di colore più chiaro.
Anche l’arredo liturgico aveva una sua importanza, perché all’interno di uno spazio così grande anche gli arredi dovevano essere studiati bene; tre erano gli elementi fondamentali il Ambone, il Ciborio ed il Synthronon (che occupavano la zona corrispondente al presbiterio o l’abside nella chiese cristiane); tutte queste strutture erano coperte da oro ed argento; infine la funzione dei lampadari che mettevano in proporzione lo spazio della cupola con quello a terra e risolvevano al piano terra l’illuminazione
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