
mercoledì 19 febbraio 2014
Architettura Paleocristiana a Treviri
A Treviri, dove era vissuto il padre di Costantino, fu fondata una cattedrale poco dopo il 326, sorgeva sull’area di un palazzo di poco anteriore e verosimilmente era una donazione imperiale; chiaramente legato alle prassi edilizie dell’Italia settentrionale, l’edificio di Treviri era stato concepito come una cattedrale doppia dove i due vani principali erano collegati da ambienti accessori ed in particolare da un battistero quadrato.
La navata in entrambe le aule di Treviri si concludeva con un vano presbiteriale, rettangolare e separato da plutei; le sue due aule, lunghe 73 metri e larghe rispettivamente 30 e 38, erano destinate ad accogliere una comunità di poco inferiore a quella del Laterano. Come la Basilica Lateranense, entrambe le aule di Treviri erano anch'esse basiliche, divise da supporti in una navata centrale ampia e presumibilmente alta e due navate per ogni lato. Infine il complesso di Treviri presentava davanti a ognuna delle aule un vasto atrio; sembra che portici a colonne abbiano fiancheggiato, anziché circondato, queste corti, e che a quello verso nord si accedesse attraverso un prospetto monumentale lungo la strada. Intorno al 380 l'imperatore Graziano stabili la sua residenza a Treviri e la cattedrale doppia, che allora contava già una cinquantina d'anni, fu sottoposta a un rifacimento radicale. I supporti della navata della chiesa nord furono rafforzati con l'aggiunta di un pilastro dietro ciascuna colonna; i supporti così raddoppiati furono quindi utilizzati per sostenere le gallerie costruite al di sopra delle navate laterali. Allora o prima del 353-56 il vecchio presbiterio fu abbattuto e sostituito da un corpo a pianta centrale, che tuttora sopravvive per 25 metri di altezza, incorporato nella chiesa romanica: un alto blocco quadrato diviso in nove campate da archi sostenuti da quattro colonne monolitiche e da semipilastri addossati ai muri. Un grande vano quadrato era circondato da quattro vani rettangolari lungo gli assi e da quadrati minori ai quattro angoli. Ventiquattro grandi finestre si aprivano in due file su tre lati dell'insieme, mentre il quarto lato comunicava con le navate, centrale e laterali, oltre che con i matronei attraverso enormi archi. I tetti dei quattro vani d'angolo, più alti di quelli disposti sugli assi, e il tamburo quadrato, ancora più alto, al di sopra del vano centrale, ricordano la sagoma del quasi contemporaneo San Lorenzo di Milano. Questa singolare pianta ha certamente le sue radici nell'architettura tardo romana; la struttura, inoltre, serviva sicuramente come area presbiteriale, dato che era occupata da un berma rialzato (come quello della Basilica Lateranense e di Santa Tecla a Milano) dal quale una sola si allungava nella navata terminando vicino a un ambone. Tuttavia la pianta centrale dell'intera struttura, il suo saldarsi alla navata basilicale e la successiva aggiunta dei matronei alla basilica fanno pensare anche alle basiliche - martyria di Costantino sul Golgota e a Betlemme.

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